“Per colpa di una serata ho infettato tutta la mia famiglia, papà lotta per la vita”

Una giovane studentessa che si sente in colpa per aver preso il coronavirus durante una serata in discoteca e aver contagiato l’intera famiglia, con il papà che ora è intubato.

La lettera pubblicata sul Corriere della Sera, scritta dalla giovane Martina, una ragazza che ha contratto il virus durante una vacanza. Si trovava in Sardegna con gli amici.

“Decidemmo che per una sera in discoteca non sarebbe successo niente. Fu l’inizio del film horror che sto vivendo”.

La ragazza si trovava in Sardegna, raccontano i giornali online, aveva contratto il covid dopo aver trascorso una serata in un locale della. “Dopo di me, fecero il test a tutti i miei familiari: solo mia mamma risultò negativa. Mio papà da due settimane è in terapia intensiva. Non posso vederlo, non posso aiutarlo, non posso fare niente. Non me lo potrò mai perdonare”.

La ragazza. grazie al suo racconto, evidenza come il virus spesso non causi gravi conseguenze nei più giovani, che si trasformano però il “serbatoi di infezione”, come dichiarato dal professor Galli, infettivologo del Sacco di Milano.

I test si estendono ai familiari

“Dopo i primi sintomi, raffreddore e tosse, pensai fosse colpa dell’aria condizionata, ma decisi comunque di andare dal dottore. Anche lui mi disse che non sembravano sintomi da Covid, quindi continuai a fare la mia vita normale”.

Altre conseguenze sui familiari. “Il nonno è finito in ospedale, ma è stato dimesso e ora è in fase di ripresa. Fortunatamente io, mia cugina di 12 anni e mia nonna non abbiamo avuto problemi e dopo quattro settimane chiuse in casa siamo tornate negative. Papà invece no: mi diceva di stare tranquilla, che non si trattava del virus. Anche io la pensavo così. Ora però non posso tornare indietro”.

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