Sequestrata la Straberry, l’azienda sfruttava i braccianti

Mirtilli e fragole a km 0 vendute per tutta la città su un’apecar. Senza dubbio una bellissima idea. Soprattutto in questi anni di sensibilità verso l’ambiente e dove le abitudini di ogni cittadino, anno dopo anno, sono sempre più bio-veg-km0.

Ma quei frutti, secondo le indagini condotte dalla Guardia di finanza, sono stati raccolti da giovani stranieri in condizioni lavorative decisamente discutibili. Numerosi i dettagli riportati da diversi quotidiani Italiani: Corriere della Sera, La Stampa e Affaritaliani.

L’ipotesi che emerge dall’inchiesta ‘Corsa contro il tempo’

Scrive Affariitalianisecondo i finanzieri del comando provinciale di Milano, dovevano fare i lavoratori per raccogliere le fragole il piu’ in fretta possibile, minacciati altrimenti di licenziamento o di essere messi in ‘pausa di riflessione’ per un paio di giorni a casa”

Pagati poco, minacciati, niente pause. Costretti a turni massacranti. Insomma, km 0 si, rispetto dei diritti dei lavoratori, almeno secondo le indagini, invece no. Nel caos finisce la startup pluripremiata Straberry di Cassina de’ Pecchi, fondata da un trentenne bocconiano di nobili origini, Guglielmo Stagno d’Alcontres. Come sopra, la startup ha anche vinto l’Oscar Green di Coldiretti nel 2013 e 2014.

“La più grande realtà che in Lombardia coltiva frutti di bosco, nel parco agricolo sud, a 15 chilometri dal Duomo di Milano” si presenta l’azienda. Lo scorso Giugno però la batosta: indagini aperte e poi sequestro d’urgenza dagli investigatori e affidata a un amministratore giudiziario. Ora alcuni elementi emergono anche sui quotidiani, come riportato di seguito.

“Noi con questa cosa qua che abbiamo il contratto a chiamata, non ti dico che chiamo… Però lo usiamo come strumento, no? Lavori male non ti chiamo, lavori bene ti chiamo”. Sarebbero alcune parole intercettate dalla Guardia di finanza secondo il Corriere della Sera.

“Questo deve essere l’atteggiamento perché con loro devi lavorare in maniera tribale, come lavorano loro, tu devi fare il maschio dominante (ride), è quello il concetto, io con loro sono il maschio dominante”. “Il provvedimento, è già stato convalidato dal gip, è stato ritenuto necessario dalla procura perché, tra le altre cose, i braccianti reclutati sfruttando lo stato di assoluta necessità e grazie al passaparola nei centri d’accoglienza dell’hinterland milanese e brianzolo” scrive invece La Stampa.

“Sarebbero stati costretti a lavorare ammassati e a ritmi incessanti senza guanti, mascherine, gel igienizzanti e in difficilissime condizioni sanitarie anche in questi mesi di emergenza covid”. Gli indagati nell’inchiesta condotta dal pm Gianfranco Gallo sono sette: oltre ai due amministratori, due “sorveglianti della manodopera”, due dipendenti amministrative che reclutavano i lavoratori e un consulente esterno che compilava le buste paga. Tutti sono accusati a vario titolo di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Caporalato: “teste, bagno StraBerry per italiani, no africani”

Altri dettagli li fornisce, ancora una volta, i9l sito Affaritaliani.it: “I servizi igienici sono costituiti da un bagno chimico ad esclusivo uso del personale di origine italiana. Non c’e’ un servizio igienico per gli operai”. E’ la testimonianza resa agli inquirenti da un ex stagista italiano della StraBerry, l’azienda agricola sequestrata dalla Guardia di Finanza di Milano per sfruttamento dei lavoratori. “Gli spogliatoi – prosegue nella deposizione del 17 giugno scorso contenuta nel decreto di sequestro – sono ricavati all’interno del magazzino e sono costituiti da una serie di armadietti con delle panche davanti, dove uno si puo’ appoggiare per cambiarsi e all’interno non ci sono docce, bagni, lavandini. Per lavarsi c’e’ una gomma dell’acqua fuori dal magazzino a utilizzo esclusivo degli africani dove si lavano al bisogno. Non esiste un locale adibito a refettorio, gli operai consumano il pasto dove capita”. Questo racconta, annota la Guardia di Finanza, viene confermato da un’intercettazione tra Guglielmo Stagno d’Alcontres e una donna in cui lei informa lui che “c’erano tutti i ragazzi negri che si lavano li’ davanti a torso nudo” e lui che risponde: “Va bene ma e’ cosi’, non hanno le docce, quindi e’ cosi’, ok? I clienti non devono stare li'”.